Bayeu Francisco Spagnolo (Saragozza, 1734 -
Madrid, 1795)
Pittore di corte, eccelse nel ritratto e nel disegno. I suoi
affreschi si trovano nei palazzi reali di diverse città e al
Museo del Prado si conservano 25 suoi quadri. E’ considerato
un precursore di Goya.

Bellini Giovanni
(Venezia, 1429 - 1516)
Ben poco si sa dei primi anni della sua vita: la concordanza
della sua data di nascita con quella del fratello e il non essere
ricordato nel testamento della madre, hanno fatto pensare che il
Giambellino fosse figlio naturale di Jacopo. Del suo periodo
giovanile ci restano molte Madonne, tutte legate, pur
nell'acerbità dei toni, alla produzione paterna. Nei dipinti non
legati alla sola raffigurazione della Vergine, esprime
un'esperienza nuova, più luministica, che non risente della
produzione precedente, da cui si distacca attraverso una visione
del paesaggio ravvivato dalla luce che compenetra l'episodio, di
cui è sublime e drammatico esempio il Cristo morto di Brera. La
partenza di Gentile per Costantinopoli contribuì, attraverso un
incarico ufficiale, alla fama di Giovanni che dipinse alcune tele
(distrutte poco tempo dopo) nel Palazzo Ducale; altre sue opere
andarono bruciate, ma sufficienti sono i suoi soggetti sacri per
attestare la grandiosità della sua arte, come l'Incoronazione
della Vergine di Pesaro, il Cristo deposto della Pinacoteca
Vaticana, la Trasfigurazione di Napoli. Le sue numerose Madonne
formano un insieme d'alto valore artistico, da quelle degli anni
giovanili, alle più studiate e più robuste della maturità, di
Brera, Verona, Berlino, dell'Accademia Carrara di Bergamo, del
Correr e dell'Accademia di Venezia. Dei molti ritratti, di cui ne
sono rimasti pochi, va ricordato quello del doge Loredan alla
National Gallery di Londra, ma abbiamo già accennato come
parecchie figure delle grandi tele eseguite dal fratello siano in
realtà opera del Giambellino. Negli ultimi anni della sua vita,
circondato da una schiera di allievi (Rondinelli, Boccaccino,
Mazzola e molti altri), eseguì dipinti nei quali afferma, con
vigore, la concezione luministica che sarà alla base di tutta la
successiva pittura veneziana, dalla pala di S. Zaccaria al
Battesimo di Cristo di Vicenza, alla Mistica allegoria degli
Uffizi, fino all'ultimo capolavoro, la pala luminosa,
morbidamente chiaroscurata, della chiesa di S. Cristoforo.

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